“Caravaggio sarà piuttosto il primo dell’età moderna […]. Il pubblico cerchi dunque di leggere ‘naturalmente’ un pittore che ha cercato di essere ‘naturale’, comprensibile; umano più che umanistico; in una parola, popolare”.

Così scriveva Roberto Longhi (Alba 1890 – Firenze 1970) una delle personalità più affascinanti della storia dell’arte del XX secolo. Alla pittura del Caravaggio (Michelangelo Merisi, detto il Caravaggio, Milano 1571 – Porto Ercole 1610) e ai suoi seguaci, i cosiddetti caravaggeschi, ha dedicato una vita di studi, a partire dalla tesi di laurea sul Caravaggio del 1911. Si trattò, a quella data, di una scelta pioneristica, tanto all’epoca il pittore era uno dei “meno conosciuti dell’arte italiana” prima di diventare richiesto in tutto il mondo nelle aste di quadri online.

Nei suggestivi ambienti del Castello Aragonese di Otranto potrai ammirare una mostra dedicata a Caravaggio e ai pittori caravaggeschi che hanno operato nell’Italia meridionale. Tutte le opere esposte provengono dalla Fondazione di Studi di Storia dell’Arte Roberto Longhi: il più importante storico dell’arte italiano ma anche uno dei principali collezionisti del nostro Paese del ‘900.

In mostra, accanto a Caravaggio sono esposti i dipinti dei suoi seguaci meridionali o di quei pittori attivi nell’Italia del Sud, che fanno parte della stessa collezione e offrono una efficace testimonianza del significato storico della sua pittura: le cinque tele raffiguranti gli Apostoli, del giovane Jusepe de Ribera e la Deposizione di Cristo di Battistello Caracciolo, il principale caravaggesco napoletano. Oltre a loro, un ruolo eminente dell’esposizione è dedicato a Mattia Preti, l’artista che più di ogni altro contribuisce a mantenere per tutto il Seicento la vitalità della tradizione caravaggesca.

Nel percorso espositivo è prevista la proiezione del film di Mario Martone dal titolo Caravaggio, l’ultimo tempo (durata 40‘), realizzato nel 2004. La cinepresa del grande regista scompone e riassembla dettagli rubati ora ai dipinti di Caravaggio, ora ai quartieri popolari e alle estreme periferie di Napoli, ricostruendo così, con un linguaggio che parla anche al nostro tempo, la vicenda artistica ed umana del Caravaggio nei suoi ultimi anni, vissuti nell’Italia meridionale.

La sede

La posizione di città più ad Est d’Italia ha assegnato ad Otranto il ruolo di terra di confine verso l’Oriente; destinata, quindi, sin dalle origini ad essere una “città murata”. Le sue fortificazioni furono completamente ricostruite a partire dal 1481, quando la città fu liberata dall’occupazione turca che, un anno prima, aveva portato all’eccidio degli 800 Santi Martiri.

Il Castello, nella sua configurazione iniziale, di fine ‘400, si presentava a forma di quadrilatero (trapezio rettangolo), con ai vertici quattro Rondelle (torri circolari), con quella rivolta verso il mare in posizione più sporgente, come spesso rappresentato nei trattati del famoso architetto militare Francesco di Giorgio Martini (1439-1502). La configurazione che oggi osserviamo è frutto di costanti modifiche, che interessarono la fortezza per tutto il ‘500, imposte dalla continua evoluzione e perfezionamento delle armi.

Il Castello è delimitato su tutti i lati da un profondo fossato che viene superato all’ingresso con un ponte, oggi con arco in pietra e calpestio in legno, probabilmente in origine di tipo levatoio. Un corridoio stretto immette direttamente nell’atrio del piano terra dal quale si accede ai vari livelli.

All’esterno la facciata è dominata dalle Rondelle, inizialmente merlate e poi sopraelevate agli inizi del ‘500. Sul lato del mare il Castello presenta le due facce a punta di diamante del Bastione, aggiunto alla fine del ‘500.

Sia sulle cortine esterne che all’interno dell’atrio sono presenti alcuni stemmi araldici di sovrani e nobili, protagonisti della storia del Castello, tra i quali spicca quello di Carlo V posto al di sopra della porta di ingresso.

Recentemente il Castello è stato oggetto di importanti lavori di restauro tesi a creare un Museo moderno e funzionale a disposizione della città e dei tanti turisti.